I flussi del tempo di lavoro sono spesso interrotti dal disordine.
Dove metto i biscotti che mangio a colazione? posso metterli in credenza insieme ai farinacei (con la pasta e la farina) e sarebbe corretto, ma forse è più pratico metterli assieme al caffè e alle altre cose che uso appena sveglio la mattina per preparare la colazione.
Come un bibliotecario o come un meccanico?
Nel primo caso ragiono come un bibliotecario, che mette Boccaccio di fianco a Dante, o come uno zoologo che classifica le api vicino alle vespe. Nel secondo come un meccanico: è più pratico tenere una chiave del 12 tra i dadi del 12 e il serramandrino del trapano assieme alle punte, eccetera; quindi metto i biscotti col caffè e la marmellata, tengo una biro e un blocco notes di fianco al telefono e magari tra gli scaffali della mia libreria (che non è una biblioteca) il posto delle novelle boccaccesche non è esattamente accanto al Paradiso di Dante.
Per mettere in ordine occorre fare delle categorie.
Un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto.
Potete mettere a posto casa vostra per fare bella figura per gli ospiti, e allora avrete un salotto perfetto sperando che nessuno venga in cucina (dove avete i piatti da lavare) e tantomeno in sgabuzzino (dove si concentra l’entropia della Galassia).
Oppure potete preferire che il sistema-casa debba chiedere poco sforzo per essere messo a posto, cioè dovete partire dallo sgabuzzino, dalla soffitta. Organizzare prima il dietro poi il davanti, prima quello che “tiene in ordine il sistema” evitando che si interrompano i flussi e solo successivamente quello che mostra che siete ordinati.
Prima quello che è importante nel flusso delle cose da fare, ma si nota poco e poi quello che si esibisce.
Ora: a casa vostra fate quello che vi pare, ma quando organizziamo il lavoro è bene cercare di frenare il caos che avanza, quindi, riassumendo, adottare quasi sempre questi due principi:
- organizzare le cose col modo del meccanico e non col modo del catalogatore linneiano.
- avere presto il magazzino in ordine, anche il magazzino delle idee.
Anche le mail.
Anche i files sul computer.
Anche l’agenda.
Questa è la teoria; nella pratica vale l’autodisciplina di provarci almeno un po’.
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