Chi segue questo blog non ha visto articoli da luglio. Per due motivi, entrambi personali.
L’importante è dire: eccomi, adesso ci sono. Se poi a qualcuno interessa approfondire, continui la lettura.
Il primo motivo è un lutto, nella vita di ciascuno ne arrivano; è una questione intima che non tratto in queste pagine (se proprio a qualcuno interessa, qui c’è un luogo apposta, ma entrate con delicatezza).
Lavorare aiuta a distrarsi da un lutto? finché fai azioni ripetitive è un utile anestetizzante, ma se ci devi mettere un po’ di cervello e se da quel lavoro dipende il futuro di clienti che si affidano a te, allora piuttosto che far sbagli è meglio slittare l’agenda di un mese.
L’altro motivo è più materiale, da più di un mese una brutta frattura m’immobilizza un braccio: scrivo con un dito solo, devo essere accompagnato in macchina, eccetera.
Ho fatto un paio di tavole rotonde e un breve corso, per il resto grazie al cielo i giovani membri della rete stanno lavorando benone anche su appuntamenti importanti; ma scrivere mi è lunghissimo.
Questa bassa efficienza nello scrivere mi costringe a pensare meglio al testo: architettarlo in mente prima di digitarlo; interessante, somiglia a quando usavo la macchina da scrivere decenni fa: prima di batterlo ci pensavi due volte perché ogni correzione sarebbe costata un sacco di tempo.
Il risultato: ad esempio quasi un’ora per scrivere questo post; chissà poi se il distillato che ne sta uscendo è più leggibile in questo media che vuole testi svelti e sintetici.
Non ne sono sicuro, temo che sia anzi vero il contrario; il web chiede una sintesi figlia dell’immediatezza (quasi un gesto fisico trasposto nel mondo della logica) che non è la sintesi di un pensiero a lungo limato e “semplificato”.
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