Una mostra si aggira per l’Italia
2020, febbraio, sembra un secolo fa: si inaugura la nuova sede di smarketing a Alzano Lombardo, nell’ex cartiera Pigna…
Sì, Alzano, che è stata seconda solo a Wuhan.
Arriva il Covid e proprio lì cominciano i drammi: le industrie che tramano con la politica per non chiudere, i ricoveri per anziani votati allo sterminio dei degenti, la Regione e il Governo che si passano il cerino di chi decide e intanto nessuno decide…
È un film che qui in Lombardia è continuato più d’un anno nell’assurdità di una Regione guidata da tizi che vivono nel mondo parallelo della propria propaganda, che sparano numeri da giocarsi al lotto, che anche nei drammi più epocali pensano prima di tutto a dare l’appalto all’amico, a far guadagnare il parente, a rubare ogni spicciolo possibile.
Non dimentichiamocele, queste cose! E non scambiamole per politica.
Noi c’eravamo, noi abbiamo visto.
Non lo augureremmo al peggior nemico, neppure quelli che farneticano che è tutta una montatura e blaterano di dittatura sanitaria, ecco, neanche a loro; a meno che non siano tra i governanti che hanno moltiplicato esponenzialmente il dramma con la loro inadeguatezza tecnica e morale: giusto quel tanto che serve per accorgersi che il mondo vero, qui sotto, non somiglia neanche un po’ al loro Olimpo di marketing elettorale.
Avevamo scoperto sulla nostra pelle una cosa che avrebbe dovuto essere ovvia e non lo era: che la salute riguarda il modo di essere cittadini.
È una questione di diritti, responsabilità, coscienza, voce in capitolo.
Anche dell’adultità di chi dovrebbe rappresentarci.
Volevamo dirlo, dovevamo dirlo.
Così è nato art32.it,: l’associazione smarketing per la comunicazione etica, assieme a Aiap, a Medicina Democratica, a Altreconomia, grazie alla Provincia e al Comune di Bergamo ha chiesto a 40 graphic designer sensibili alla questione, che lavorano con diverse tecniche e provengono da diverse esperienze socioculturali, di realizzare dei manifesti ispirati all’articolo 32 della Costituzione italiana.
Abbiamo cominciato a telefonare ai grafici italiani: sia a personalità già note, sia a promettenti giovani.
Hanno risposto ringraziandoci: tu telefoni a una persona per dirgli “per favore, ci fai un lavoro gratis?” e quella ti risponde “grazie!”… : non era un bisogno solo nostro.
Hanno risposto all’appello: Andrea Amato, Elisabetta Barbaglia, Guido Bertola, Chiara Birattari, Barbara Boiocchi, Laura Bortoloni, Cristiano Bottino, Laura Buddensieg, Gianluca Camillini, Valentina Cantù e Federico Demartini, Ilaria Carcano, Ginette Caron e Antonio De Luca, Dario Carta, Francesco Dondina, Fabrizio Falcone, Maddalena Fragnito, Annalisa Gatto, Jacopo Giannitrapani, David Gil, Lorenzo Grazzani, Lodovico Gualzetti, Orith Kolodny, Lucia Lamacchia, Gianni Latino, Elena Lolli e Giulia Sbernini, Claudio Madella, Gabriel Milani, Armando Milani, Marco Molteni, Lucio Passerini, Michele Patané, Stefano Reboli, Michele Salmi, Mariangela Savoia, Gianluca Seta, Silvia Sfligiotti, Stefano Tonti, Marco Tortoioli Ricci, Arianna Vairo.
Il risultato è più di una mostra: è una mostra stradale, urbana, visibile a tutti; replicabile, per aggrappare a ogni muro possibile questi messaggi di speranza, rivendicazione e augurio.
Noi che lavoriamo con l’arte visiva sappiamo che il cervello umano capisce meglio se ci sono segni, mappe, forme, chiaroscuri, sfondi… Le parole spesso non bastano, neanche le migliori: si perdono nel rumore di chi alza il volume perché non sa cosa dire, di chi soverchia le parole sincere, quelle che raccontano sottovoce, con quel pudore che cura, o tenta di curare, paure, speranze, lutti.
Noi invece volevamo onorare questa precaria capacità di reggere, così fragile eppure così ostinata, così intimamente nostra, nostra di tutti.
Vi invitiamo a usare gli occhi per ascoltare.
I manifesti possono urlare in silenzio: durante quei mesi, abbiamo pensato al nostro ruolo nell’ambito della progettazione grafica come cittadine e cittadini e alla nostra responsabilità nei confronti di un bene pubblico.
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