Festeggio i referendum con un bicchiere di “pirlo” (o forse 3 o 6, ma questi son fatti miei) e guardo la TV.
In quello che fu il Paese della telecrazia il tempo volge al bello; c’è una graziosa brezza ( a Milano è un vento) e il popolo va in piazza a gioire e sentire musica; ma intanto la TV mostra salotti al chiuso dove, tra quei fari che scaldano, politici e pseudogiornalisti in cravatta discettano sul “clamoroso risultato” e dicono cose a volte sensate, a volte no, ma tutte fuori contesto.
Certo, godiamoci il piacere sadico di vedere la faccia dei vari Scialoja, Sallusti, LaRussa e destrorzi vari: legittimo godimento 96,5 %. Lo aspettavamo da un po’; ma non è il piacere più grande.
Il piacere che voglio condividere con voi cari amici è una delizia più intensa: storica. Ora si vede chiaramente che il mondo non è più lì dentro, che nella scatoletta c’è solo un riflesso tardivo e retorico di quel che succede fuori. Vuoi vedere che gli anni ’90 stanno finalmente finendo?
Cin cin a tutti voi!
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