Marco Geronimi Stoll

pubblicitario disertore

costume

Un milione per questa roba

Un milione e trecentomila euro per un logo.

E che logo! In ogni manuale c’è scritto che un logo dev’essere essenziale, fatto con tratti elementari, privo di dettagli; se lo fotocopi, poi lo faxi, poi guardi il fax da tre metri devi ancora riconoscerlo, se no che logo è?

Al contrario di un logo, lo stemma medioevale aveva una logica diversa, ad es. una bibbia aperta sotto un girifalco coronato che ha nel becco un’aspide il tutto rinchiuso in una corona d’alloro con alle spalle i quattro evangelisti che indicano un fulmine e sotto a tutto un drappo che riporta la scritta di un motto in latino tardo che nessuno sa tradurre… una sovrapposizione contorta di simboli poco emotivi e molto cerebrali, ciascuno volto ad illustrare un’immagine allegorica del potere.
Allora non c’era la communication overload, e neanche la riproducibilità dell’Opera… quindi non c’era bisogno di essere essenziali; tuttavia esse non c’erano neanche nell’arte preistorica o nell’arte tribale, che invece hanno moltissimo da insegnare sull’essenzialità del tratto grafico e pittorico. Quando nel ’74 Pino Tovaglia ha fatto il logo della Regione Lombardia, gli è bastato prendere un graffito preistorico camuno della Valcamonica, ed ecco che c’era il logo già pronto, bellissimo, efficacissimo, copyleft dall’età del ferro.

Nel medioevo (e poi dopo quasi fino ad oggi),  lo stemma araldico complicato con particolari animali, armi e piante rivela la natura della mentalità feudale: i pensieri erano come i castelli, un garbuglio di corridoi, scalette, bugigattoli, nascondigli…  un sistema difensivo basato sul labirinto perché il potere doveva difendere la propria nicchia dall’esterno, ma anche dall’interno.

Torniamo al “logo” milionario. Qui c’è l’uomo vitruviano (lo dice un innamorato di Leonardo: quella oggi è un’icona pop inflazionatissima) disegnato bidimensionale, il pianeta disegnato tridimensionale, la scritta 2015 arrampicata sopra la E, lo stemma della Repubblica e un certo stemmino BIE a destra, varie righe poliglotte sotto,  tre rigacce blu…  Da lontano si legge ETPO o EIPO. E’ un logo o uno stemma?

Se l’avesse disegnato un mio studente al primo anno: povero lui, altro che 1,3 milioni…

C’è poi il piccolo dettaglio che una azienda a partecipazione pubblica (Expo 2015)  compra alla società che l’ha pianificata (il comitato promotore, a partecipazione pubblica, sostanzialmente a sé stessa) i diritti d’uso di questo capolavoro; sarò prevenuto, ma sento l’odore di soldi pubblici che vanno in tasche private; mi da molto fastidio specie se penso contemporaneamente alle scuole civiche milanesi mandate in crisi per risparmiare due spiccioli.
Ma è perfettamente giusto: il motto di Expo 2015 è “nutrire il pianeta”, siccome chi ben comincia è a metà dell’opra qualcuno doveva pure mangiarci sopra.

Ecco il link alla notizia sul Corriere

8 Comments

  1. Carla di Forlì

    L’expo è TUTTO un mangiamangia. Supermanager di nomina politica, con stipendi da centinaia di migliaia di euro all’anno; area che passerà alla società Cabassi nel 2017 con un indice di edificabilità del 0,6 (possono costruire 6 metri ogni 10!, fanno 600 mila metri quadri) dove c’erano solo dei campi di mais. Appalti e direzione ciellina di ferro.

  2. Brontolo

    Eh cosa c’entra CL adesso?

  3. marco

    hem…
    copincollo da http://lombardia.indymedia.org/node/25637
    Formigoni… ha lavorato sottotraccia per diventare il vero padrone dell’Expo. Sottraendo il giocattolo a Letizia Moratti. Formigoni non solo controlla attraverso i suoi uomini la Fiera, proprietaria dell’area, ma ha anche abilmente occupato l’Ufficio di Piano, d’ora in avanti vera cabina di regia dell’Expo.

    Sono di area Comunione e liberazione (e formigoniani di ferro) Matteo Gatto, il direttore dell’Ufficio di Piano; Andrea Radic, responsabile della comunicazione; Alberto Mina, responsabile delle relazioni istituzionali. Il comitato scientifico è presidiato da uno dei grandi capi di Cl, Giorgio Vittadini. Nel consiglio d’amministrazione di Expo spa siede invece Paolo Alli, già capogabinetto di Formigoni. La guerra è cominciata.

  4. brontolo

    E quando ruba la sinistra? vi siete già dimenticati di Italia.it?

  5. Marco

    caro Brontolo. Nel febbraio 2007 questo blog non c’era, però è stata l’associazione a cui aderisco, l’AIAP, a denunciare quell’indecente faccenda: decine di milioni stanziati per un sito inutile e orrendo. Poi che Striscia la Notizia sia stata più efficace a scoperchiare il coperchio dell’opinione pubblica, è normale, ma a quel momento c’erano regioni che avevano chiesto di oscurare le proprie pagine, interrogazioni parlamentali eccetera.

    Però, lo dico amichevolmente e non per polemizzare, vai su google a cercare chi era il ministro dellInnovazione che il 07/03/2006 ha stanziato i primi 25 ml. per italia.it ed ha istituito il “Comitato per il portale Italia.it”, con gli organi operativi.
    Che poi Rutelli abbia peggiorato la situazione, siamo d’accordissimo. La storia è qui http://scandaloitaliano.wordpress.com/italiait-in-breve/

  6. Marco

    Grazie Cannonau, il tuo link mi ha ricordato una parte stupenda di quella brutta storia!
    Cito :
    “A fomentare ulteriormente le polemiche sopraggiunse il fatto che un privato, Marco Pugliese, una volta ottenuto l’accesso al codice del sito, lo ristrutturò per intero da solo in una settimana rendendolo molto più funzionale dell’originale e mettendo quindi ancor più in evidenza lo spreco di denaro pubblico. A titolo esemplificativo, si può dire che la cifra spesa fu circa il doppio dei costi di gestione annuali dell’intero Facebook durante lo stesso periodo[2].

  7. Marco

    No, Paola88
    censuro la tua letterà perchè
    – viene a freddo dopo quasi un mese dal thread che è durato poche ore
    – insulti le persone, la nostra etica e: possiamo essere severissimi colle azioni, ma non insultare la persona; vale anche per Brontolo che col suo autogol; a me basta il nickname e il fatto che legga il mio blog per supporre che abbia un po’ di autoironia
    – se mi scrivi gli stessi contenuti con migliore policy li pubblicherò volentieri
    – sarà una sensazione, ma mi sa che non sei una donna e non sei dell’88. Ci ho beccato?

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