Quante volte al giorno lo sento: “Scusa, l’ho fatto così perchè abbiamo dovuto farlo di corsa…” oppure “Sai, con tutte le cose che abbiamo da fare…”. o ancora “devi stamparlo per dopodomani, come viene, viene…”
C’è perfino la versione orgogliosa, come un collega che ieri mi ha detto “vabbè, fa un po’ schifo, ma pensa che l’ho fatto in tre ore!”
Quanta comunicazione di aziende, associazioni, enti… viene pubblicata sciatta e dispersiva perchè affrettata?
No, grazie, quanto tempo si perde a correre! Basta poco per avere più tempo ogni giorno e comunicare in modo migliore.
La premura è un’aggravante
Attraverso il messaggio affrettato, il ricevente riceve il chiara l’informazione che l’emittente:
- è un organizzatore affannato e improvvisato delle proprie attività, quindi è inaffidabile
- ha la tendenza ad accentrare le competenze da delegare o condividere, quindi è poco tecnico
- programma la comunicazione partendo dalle urgenze tattiche e non dalle prospettive strategiche, quindi è poco sincero
- la mancanza di una pianificazione grafica, testuale, retorica fa pensare che abbia scarsezza di gusto e di cultura e che contribuisca al rumore generale.
Il peccato sembra veniale per le piccole organizzazioni. Anzi per certi versi è una virtù. Esse:
- trovano la loro forza proprio nella capacità di improvvisare: si muovono più rapidamente dell'”avversario” (le grandi corporation, i monopoli, le lobby, la politica nel senso più negativo del termine…) che essendo sempre un pachiderma ha i percettori più ottusi e i riflessi più lenti;
- si salvano nella complessità proprio grazie a poche persone eclettiche e non specializzate che spendono la loro generosità operazionale quotidiana nel fare mestieri diversi dal proprio;
- hanno imparato a proprie spese che è meglio navigare a vista, cioè guardando bene dapprima gli scogli che sono vicini e dopo la bussola che indica le mete;
- qualche sciatteria estetica fa parte del processo di autoapprendimento con i nuovi dispositivi, è un’iniziazione all’apprendistato che forse, partendo dai pasticcetti di oggi, potrebbe un domani rivoluzionare il concetto di bello, come spesso è successo nella storia della comunicazione
Siamo tutti tra Scilla e Cariddi, cioè tra la perversione dell’accelerazione e la virtù della sveltezza. Io penso che occorra tener presenti due fattori molto terra-terra, tempo e denaro:
1
il tempo a disposizione è una risorsa finita; l’uomo è mortale quindi il suo tempo è non rinnovabile. Il volontario attivista, il dipendente modello, chiunque si mostri motivato e generoso ha anche una vita privata, o la vorrebbe. Attenti, che quando si stufa, si stufa. A meno che l’attivismo non surroghi una vita indoddisfacente e che la persona non stia lì al computer alle otto di sera perchè di andare a prendere una birra con gli amici non vuole, non può o non sa concedere a se stesso. Amate il workaholic, ma invitatelo a ballare, non sfruttatelo; e, anche se ciò vi sembra ingrato, non fidatevi troppo della sua capacità di essere davvero pratico, agile e svelto. Insegnategli a delegare, affiatarsi e coordinarsi.
2
i soldi si gestiscono con la matematica; l’accelerazione comporta ansia, eccitazione e scelte affrettate. Se posso dare un consiglio: usate l’intelligenza emotiva per le grandi scelte, ma per quelle piccole fate il conto della serva, che è meglio.
Noi fornitori vediamo che la premura comporta quasi sempre uno spreco di quei pochi soldi che si pensa di risparmiare. Quante volte ho dovuto discutere su poche centinaia di euro per pagare a un grafico, e poi vederne sprecarne il doppio o il triplo in tipografia per stampare materiale mal progettato nella tiratura o nel formato…
In gergo professionale usiamo l’epiteto sarcastico-erotico di sveltina. Scusate, queste definizioni sessuate non sono molto fini, ma di solito esprimono efficacemente un concetto. Tutavia in natura di solito la sveltina è un parecchio più piacevole, anche se pure in quel caso le cose fatte con calma danno un appagamento assai maggiore. Infatti una buona comunicazione presume corteggiamento, coccole, tranquillità e soprattutto una buona finalizzazione della propria energia e della propria passione.
Se disturba la metafora erotica (che comunque è un grande archetipo di ogni atto comunicativo) ve ne propongo una più meccanicistica: chi comunica male per premura è come uno che in autostrada corre tenendo il cambio dell’auto sulla prima marcia. Fa chiasso, si surriscalda, spreca energia, invecchia precocemente e resta perennemente eccitato…
Ha la sensazione di correre l’eccitazione di non poter pensare al domani perchè deve stare sull’oggi. Domani avrà certamente più tempo per ripensarci, perchè presto brucerà il motore.
Dany
“Elogio alla lentezza”, o meglio, a far le cose nei tempi giusti, non bruciando le tappe, come spesso di fa’ nella vita di tutti i giorni, oltre che nel lavoro…