Ecco le tre ideuzze per disertare dal consumismo, dedicate agli insegnanti.
Non è bello fare due post sulla stessa notizia, ma ho promesso al cortese pubblico di mettere su questo blog una rapida scaletta sul mio intervento a Milano al Festival della Comunicazione Ambientale, specificando i link di cui avevo parlato al microfono. Eccolo.
Scaletta del mio intervento al Milano al Festival della Comunicazione Ambientale a Milanoil 22 aprile 2009
Premesse
(sostanzialmente quello che ho detto nel post precedente)
1. Sovrastimolazione.
Il bambino nell’overdose da stimoli, riceve molti più input di quanti output emetta.
2. Logo-logorrea.
Già la mattina quando entra in classe ha percepito un centinaio di loghi: i cibi della colazione, gli spot dei cartoni animati mattutini, il paesaggio urbano da casa a scuola…
3 Esempio della bottiglia d’acqua da un euro.
Di quello che paghi 0,005 €è l’acqua, poi c’è la bottiglia, il trasporto, il guadagno e, soprattutto, almeno metà va in pubblicità; cioè mezzo euro è il costo del marketing che serve a convincerti che quell’acqua che è stata mesi e mesi nella plastica è meglio di quella che esce fresca dal tuo rubinetto. E’ un problema di democrazia, e questo nel convegno non l’ho detto esplicitamente, ma qui posso dirlo: almeno metà di quella pubblicità va sulle reti Mediaset, quindi tu compri un litro d’acqua e paghi al sistema Berlusconi (arrotondando per difetto) 25 centesimi contro i 0,5 che l’imbottigliatore paga allo stato per acqua di sorgente.
4 la classe maestrocentrica è inadatta al bambino di oggi
Pensiamo al bambino che non ha pubblico, che riceve milioni di input ma dei suoi output non interessa a nessuno. Occorre che gli alunni siano pubblico uno dell’altro, discutendo, intercomunicando, pensando intersoggettivamente.
Senza compresenze e con troppi bambini in aula, si torna alla classe maestrocentrica, orientata all’output dalla cattedra; è un grave errore nella nostra società fortemente sperequata tra emittenti e riceventi.
Tre ideuzze per disertare dal consumismo, dedicate agli insegnanti
idea 1. Silenzio e decelerazione
Consumare è una via perversa per darsi uno spessore quando si è piatti: inglobi una merce nella tua casa o nel tuo corpo.
Lo spessore umano è legato anche alla capacità del pensiero profondo e della tolleranza del vuoto.
Se sei abitualmente sovraeccitato, quindi devi essere anestetizzato, superficiale e veloce, il vuoto e la pausa che arrivano di colpo ti mettono in contatto con una dimensione intrapsichica enorme che pare intollerabile. La paura del silenzio è come la paura del buio; ma è peggiore e può accompagnarci anche da adulti.
La profondità. L’intimo. Vuoto zen. Sono cose che si imparano a scuola? Forse sono una missione dell’insegnante oggi. Cari maestri è dura, vero? certo: è conflittuale con la società dello spettacolo, sono competenze che strutturano la profondità umana, quindi tra l’altro permettono di consumare meno. Per forza che indeboliscono la vostra scuola: siete in prima linea in una battaglia epocale, feroce e discriminante; … e vi meravigliate se vi bombardano?
Imparare a spegnere la TV è uno dei passaggi (però occorre amare la pausa, è diverso dal moralismo e dalla predica). Decelerare, abbassare il volume, cercare la terza dimensione (lo spessore umano).
E’ la dimensione dell’anima, la forza solida.
Qui mi piace questa citazione di Albert Mayr che ha per oggetto la scuola come paesaggio sonoro; mi scuso col pubblico, non l’ho detta dal microfono perchè mi è venuta in mente solo dopo, sentendo gli altri relatori.
Idea 2
Impossessamento dei loghi come strumento per la liberazione
Contatiamo le marche (es. tutte quelle che i bambini vedono prima di entrare a scuola)
I bambini le conoscono, sono competenze che essi governano; tutte le competenze che governiamo sono cose che amiamo, siano esse il latino medioevale o i difensori dell’Atalanta. I bambini riconoscono più nomi di brand che nomi di alberi, quindi è naturale che amino più il tale logo del tale albero.
La forza di un logo è totemica, si estende a chi lo indossa, lo mangia, lo porta in casa… Io sono un campione perché metto le Nike.
A scuola le ignoriamo, le snobbiamo; proviamo invece a scopiazzarle, sradicarle dall'”intoccabilità” del totem, tagliarle, rimontarle, rubarle. Decomporle e montarci animaletti e omini. Imitarle, fotocopiarle, giocare ad appiccicarle indebitamente nel posto sbagliato. Insomma: Inflazionarle. Screditarle. Decontestualizzarle. Lo scopo è evitare di essere contagiati dalla loro personalità artificiale, se no anche la nostra personalità diventa artificiale.
Alla fine di questo training è possibile creare uno spazio senza loghi, brand free (presume di coprire i loghi sulle magliette e sui dispositivi mediante autoadesivi), o partecipare al buy nothing day.
Idea 2
Empowerment
Mettere la propria foto dappertutto, (come ho fatto io negli anno ’90 con qualche centinaia di bambini a Tarvisio, KranjskaGora e Fienkestein, questo è il link).
Registrare la propria voce.
Passare prima possibile dalla TV (dove sei solo spettatore passivo) al Web (dove scambi comunicazione).
Passare dall’altra parte della telecamera. (questo è importantissimo, ma l’ho solo accennato perchè dopo di me ne avrebbero parlato molto meglio Marzia Campioni di TeleCannizzaro dell’ITIS Cannizzaro di Rho, quelli del GR Ragazzi della Rai e il pomeriggio sarebbero stati proiettati i bellissimi spot di Green Spot realizzati dalle scuole della provincia di Milano)
Imparare fin da piccoli a scrivere ai direttori dei giornali.
citazioni e link
Delete! di Christoph Steinbrener e Rainer Dempf è un progetto che ha consentito all’artista di ricoprire per tre settimane (dal 6 al 30 giugno) tutte le scritte pubblicitarie, i cartelloni, i loghi, le insegne e quasi tutti i segnali stradali di una importante via di shopping nel settimo distretto di Vienna con carta di colore giallo lucido.
Buy nothing day giorno del non acquisto 29 nov
Ad Busters; c’è anche in italiano (ma è molto limitato rispetto a quello in inglese)
SE VOLETE DIRE LA VOSTRA, PER FAVORE FATE I VOSTRI COMMENTI IN FONDO AL POST PRECEDENTE, SE NO PARTONO DUE THREED PARALLELI. GRAZIE
Marco
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