Marco Geronimi Stoll

pubblicitario disertore

ferri del mestiere

Il convegno al Festival della Comunicazione Ambientale

(versione due)
Mercoledì 22 aprile a Milano c’è stato il convegno “Ambiente, scuola, comunicazione”
Presentati da Massimo Cirri e Filippo Solibello, ne hanno parlato Marco Geronimi Stoll, Marzia Campioni, Roberta de Cicco, Rosita Folli, Alba L’Astorina e Gustavo Pietropolli Charmet.
Si è parlato di bambino comunicatore, di scuola comunicante, di telegiornali fatti dai bambini, di dibattiti scientifici in classe, di diserzione dal consumismo e di giovani terrestri che, forse, salveranno il pianeta…

Milano negli anni ’80 era una delle capitali dell’educazione ambientale. E oggi?
Sarebbe importante chiederselo ovunque, ma lo è ancora di più in una delle aree più antropizzate d’Europa; prendete una cartina, mettete la punta del compasso sul Duomo e fate un cerchio col raggio di 100 chilometri: lì dentro ci abitano più di 9 milioni di abitanti, un italiano su sei. Cos’è la natura in questa Grande Milano? Quanti bambini credono che i polli nascano già incellofanati nel supermarket? Che l’acqua del rubinetto esca dal muro?
Al Festival della Comunicazione Ambientale (Milano 18 -24 aprile), e in particolare al convegno di mercoledì 22 aprile al Centro Congressi Corridoni dal titolo “Ambiente, scuola, comunicazione”, ho avuto il piacere di partecipare a uno di quei convegni densi, pieni di contenuti e di esempi, ben congegnato, del tutto diverso da tanti convegni passerella che affliggono questi mesi preelettorali.

Presentati da Massimo Cirri e Filippo Solibello (Caterpillar, RadioRai 2) , c’eravamo io, Marzia Campioni, Roberta de Cicco, Rosita Folli, Alba L’Astorina e un illuminante Gustavo Pietropolli Charmet.
Abbiamo  parlato di bambino comunicatore, di scuola comunicante, di telegiornali fatti dai bambini, di dibattiti scientifici in classe, … La mia relazione si è intitolata “Tre ideuzze per disertare il consumismo e vivere felici”. Ho promesso dal microfono che alcuni esempi che ho citato, li avrei riportati su questo blog; infatti nel prossimo post che metto on line fra poche ore troverete i link.

Mentre la scuola taglia le compresenze, aumenta gli alunni per classe, torna alla vecchia “scuola che insegna le discipline” degli anni ’60… che demotivazione! Coraggio, la depressione è una bestia che alimenta se stessa; è ora di reagire, di mostrare la differenza. Volete sapere un motivo in più? Eccolo.
Provate a digitare su Google “bambini pubblicità”. Scopritere che i siti più cliccati riguardano le agenzie che offrono alle mamme la possibilità di portare i loro bambini ai casting. Che sogno: andare in televisione, essere visti, passare attraverso quel rettangolo di vetro che separa noi mortali dagli Dei che hanno il diritto di essere visti ed ammirati, ed accedere all’Olimpo Sacro delle Veline e dei Comici. E’ esattamente qui il problema: essere visti.
Ogni giorno riceviamo decine di migliaia di input, ma dei nostri output non importa niente a nessuno. E’ uno sbilanciamento patologico, dice e ripete perennemente che noi non esistiamo. Lo sa ogni insegnante, che si deve subire le mille piccole performances dei bambini che reclamano uno sguardo singolare di attenzione. Specialmente se non hai strumenti culturali, questa sindrome della trasparenza è molto alienante e popola il tuo immaginario di clichet e aspirazioni omologanti e stereotipate che non hanno nulla a che vedere coi tuoi bisogni reali. E’ duro per un adulto, è più duro per un bambino, è durissimo per il bambino figlio di chi ha pochi strumenti culturali, che non trova anticorpi in famiglia.
Per un bambino che ha atrofizzato l’udito, l’olfatto, il gusto, che ha l’agenda minuziosamente programmata, che si sorbisce varie ore di TV al giorno, che abita in un territorio in cui la maggior parte degli spazi sono off limit… per lui cos’è la natura, cos’è il quartiere, cos’è il suo stesso corpo? Non dipende solo dalla fisionomia del mondo che attraversa, dipende anche dalle opportunità che gli capitano di fare esperienze diverse capaci di integrarlo a quei sensi e a quel corpo che l’evoluzione gli ha fornito per attrezzarlo a mondi assai diversi.
Ma anche quando finalmente è possibile un’uscita in natura, come sanno bene molti insegnanti, spesso viene digerita affrettatamente e presto dimenticata; a volte si perverte in un’ennesima forma di consumismo. Perchè manca un passaggio.
Il convegno di Milano propone il passaggio ulteriore: il bambino ha bisogno di emettere comunicazione; se racconti una cosa la ricordi, le dai senso, la rappresenti. Solo così fondiamo il bambino emittente, quello che che merita ascolto. Un futuro cittadino, cioè il contrario di un futuro consumatore.

Marco Geronimi Stoll

Convegno “Ambiente, scuola, comunicazione”
Milano, mercoledì 22 aprile

Info:
Per informazioni rivolgersi a Pegaso, Provincia di Milano – Direzione centrale risorse ambientali,
tel 02 7740 3707 / 3533, pegaso@provincia.milano.it

Mezzi:
MM1 (Fermata San Babila) Autobus 94 -77-73 – 60 – 84 Linee Tramviarie 12 – 23 – 27

Sede
Centro Congressi Corridoni Via Corridoni, 16 – Milano

PROGRAMMA
ore 9.30 -13.00

Saluti:
Bruna Brembilla, Assessora all’Ambiente Provincia di Milano
Anna Maria Dominici, Direttore Ufficio Scolastico Regionale

Marco Geronimi Stoll
Pubblicitario Disertore
Tre ideuzze per disertare il consumismo e vivere felici

Marzia Campioni
Docente di presso ITIS Cannizzaro
Educare all’ambiente a scuola: la scuola comunica se stessa

Roberta De Cicco
Produttore Esecutivo del GT Ragazzi – RAI
Gt Ragazzi e Telegiornale in classe: la scienza e l’ambiente nell’informazione dei ragazzi

Rosita Folli
CEA Energetica
“Funziona!” – esperienze positive di comunicazione ambientale

Alba L’Astorina
CNR IREA
Il dibattito scientifico in classe: prove di democrazia

Gustavo Pietropolli Charmet
Psicologo
I giovani terrestri salveranno il pianeta?

Moderano:
Massimo Cirri e Filippo Solibello
Conduttori di “Caterpillar”, Rai-Radio2

Al termine della mattina: Aperitivo ricco a cura dell’Istituto Alberghiero “Vespucci” di Milano

ore 14.00 – 17.00
Cristina Melchiorri
Dirigente della Direzione centrale risorse ambientali della Provincia di Milano
Presentazione dei Green Spot realizzati dalle scuole della provincia di Milano
Redazione “TeleCannizzaro”
La televisione fatta dai ragazzi: presentazione dell’esperienza degli studenti dell’ITIS Cannizzaro di Rho
Giampaolo Roidi
Direttore di “Metro” Presentazione del progetto Green Generation
Manuela Cristaldi
No-logo spot Film Festival – Torino
Presentazione del progetto e proiezioni dei migliori video sui temi ambientali
Giorgio Sancristoforo
Direttore Artistico di AUDIOSCAN
Presentazione dei progetti Audioscan e Performance dei musicisti

Per prenotazioni e informazioni
Provincia di Milano, Pegaso
Tel. 027740 – 3707 – 3533; Fax. 027740 – 3707
e-mail : pegaso@provincia.milano.it

8 Comments

  1. giada salerno

    Grazie, le sue “ideucce” al convegno di ieri mi hanno comunicato forza, fiducia, energia, buonumore, entusiasmo. peccato che la vera questione da affrontare e dibattere, che giustamente era stata oggetto del suo intervento, non sia stata poi né sviluppata né approfondita: come trasmettere i valore dell’ambientalismo e della decrescita ad adolescenti già in molti casi “corrotti” dalla società dei consumi? come scalfire il loro universo fatto di apparenza, feticci, falsi miti? Come parlare di sobrietà, riuso, condivisione a chi è abbagliato dai bisogni indotti dal mostro mediatico?
    Racconta in classe che fai la doccia una volta ogni tre-4 giorni e lo shampoo una volta alla settimana, eviti di tirare lo sciacquone tutte le volte che fai pipì, compri o riusi vestiti smessi, hai ereditato un telefonino uscito 7 anni fa, non possiedi l’automobile e avrai ottime probabilità di essere etichettato come lo sfigato di turno…
    perché comunicare idee è un conto, trasmettere modelli alternativi e comportamenti virtuosi è tutt’altra storia.

  2. Marco

    Grazie del complimento, che mi fa piacere e spero di meritarmi.
    Io concordo che il tema della decrescita sia cruciale e che sia anche il passaggio radicale che possa dare nuovo senso all’educazione ambientale. Tuttavia, anche se questo aspetto non è stato ulteriormente molto approfondito, sono rimasto decisamente soddisfatto del resto del convegno; gli organizzatori hanno fatto un ottimo lavoro anche nel proporre un cast di relatori diversificato e stimolante.
    Alcuni di quei temi sono stati sviluppati nel pomeriggio direttamente dai lavori dei ragazzi, peccato che molto pubblico se ne fosse già andato.

  3. giada

    confesso di aver fatto parte del pubblico disertore, anche perché un po’ contrariata dai piatti di plastica al buffet e dal pessimo trattamento riservato ai vegetariani (era tutto a base di wrustel e affettati!)

  4. Carla P

    mi ricordo delle tartine alle verdure e i piatti di plastica sono arrivati solo quando erano finiti quelli di ceramica. Probabilmente lei è arrivata dopo… ma non sarebbe meglio parlare del convegno?

  5. giada salerno

    La mia non voleva essere una polemica sterile e gratuita: sono convinta che soprattutto dai piccoli gesti della nostra quotidianità si ricavino modelli di comportamento alternativo e messaggi convincenti e che i buoni esempi concreti valgano più di 1000 insegnamenti teorici. Ora, a parte che se hanno inventato i piatti in mater bi quale migliore occasione di un convegno sull’ambiente per usarli (le tartine avevano su la colla di pesce e non erano vegetariane), non voglio intestardirmi su questo… il punto è che parlare parlare parlare e non metter mai in pratica, per primi noi che siamo educatori e pretendiamo di avere a cuore il pianeta, si traduce nel messaggio: tutti dovrebbero, gli altri dovrebbero, ma io non posso modificare nulla da solo nel mio piccolo, non sono in definitiva corresponsabile.
    L’educazione alimentare è di fondamentale importanza nell’educazione alla sostenibilità. Insegno in una scuola in cui ci sono meravigliosi progetti di educazione alimentare, si spendono soldi per far venire esperti e allo stesso tempo si educa al cibo spazzatura (foraggiando tra l’altro le multinazionali)attraverso macchine erogatrici. Risultato: ho un’alunna peruviana che a settembre durante l’intervallo mangiava una mela o un mandarino e giunti alla fine dell’anno beve coca cola al posto dell’acqua e va avanti a patatine. L’educazione ai valori si fa anche col buon esempio. Forse sono estrema in questa mia convinzione, ma ritengo che una persona che si definisce ambientalista e continua a cibarsi di carne e pesce cade in una contraddizione inaccettabile.
    Tornando al convegno è stato senza dubbio ricco di stimoli e spunti interessanti e ho portato a casa tante idee. Aggiusterò il tiro della mia comunicazione rifuggendo il catastrofismo, mi divertirò ad appiccicare il logo della findus sui decolleté delle pin up coi miei alunni, quanto al non far leva sul senso di colpa valuterò anche questo suggerimento perché è bene tentare sempre molte strade per scalfire la corazza dell’indifferenza.

  6. Marco

    Vedi che paradosso? sono totalmente d’accordo e tuttavia pretendo per concetti così giusti una migliore capacità di “venderli”.
    E’il problema di come comunicare queste istanze, (ad esempio a chi organizza un tale convegno con due lire) senza “guastare la festa” o disconoscere il lavoro altrui.
    Ciò per due motivi:
    uno: ciascuno ha la propria strada verso il miglioramento, che è un percorso multiforme; io non sono vegetariano ma ho l’auto ibrida, un altro fa guerrilla gardening ma magari beve cocacola… eccetera; sapersi perdonare reciprocamente le imperfezioni significa volersi più bene e anche incoraggiare una moltitudine di differenti esplorazioni che sono anche etiche ed esistenziali.
    due: il buon esempio è essenziale e la comunicazione ne fa parte.

  7. Marco

    PS
    Detto questo, io adoro gli integralisti, di solito precorrono i tempi e dicono quello che fra qualche anno sarà senso comune; inoltre chi ne sente uggia spesso è solo un integralista del proprio moderatismo, delle proprie abitudini consolidate.
    Ma l’integralista è minoranza se non sa convincere e coinvolgere, e non si tratta solo di vendere un parere, di solito c’è in ballo una gravosa mutazione antropologica. Altrimenti non non lo definirebbero tale e anzi sarebbe mainstream.

  8. Petra, nyissd az abklaot! :)))Andrea, kf6szf6nf6m fe9rj neve9ben is ;-)Katucikonyha, pizze1ra fel!!c9va, kf6szf6nf6m fe9rj neve9ben is. Bizony, az ő műve (me9g be is ve1se1rolt hozze1, e9s el is mosogatott ute1na, vagy azt me1r e9n??). Nagyon fcgyesen forgatja a fakanalat is, ha kell 😉

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