La vecchia domanda: qual è lo scopo del lavoro?
Non dite anche voi che è solo per i soldi; non è vero, non dovrebbe essere vero. L’uomo non è una merce, il suo tempo neanche.
Così dev’essere: dalla preistoria l’uomo lavora per mangiare ma anche per creare, per migliorare il mondo, per divertirsi, per realizzarsi. Per sfidare l’ingegno con nuove trovate. Per godere della compagnia e dell’amicizia di persone affiatate con cui è bello faticare. Per tornare a casa la sera, guardarsi in uno specchio ed essere soddisfatto.
Invece siamo alienati, la parola “alienazione” (in italiano) su Google ha quasi 12 milioni di risultati. Infatti quasi tutti noi il lunedì ci alziamo per sfruttare noi stessi, per fare male all’ambiente, rinforzare il sistema perverso che ci farà diventare ancora meno felici. Per questo ci pagano, per questo ci alziamo ogni mattina tutta la vita, ma questo non è davvero “lavorare”, perché così non si costruisce niente.
Vi chiedo: secondo voi è possibile avere un’attività (professionale, artigianale, di piccola impresa…) senza credere nel Santo Mercato e nel business fine a se stesso?
Vi capita di alzarvi il lunedì belli pimpanti perché andate a fare una cosa che vi piace?
Io qualche volta ci riesco; mica sempre, ma so che è possibile, è un bel passo avanti.
Questo sito vuole aiutare chi ci prova. Anzi: vuole scambiare aiuto reciproco tra chi ci prova.
Aldo74
Io posso lavorare anche 12 ore, ma devo sentirmi come un ragazzino con un pallone. Se hai la palla sul piede e tanti amici intorno, la fatica mica la senti; l’agonismo non si perverte in competizione, la grinta non diventa cattiveria, è ovvio dare il meglio, impari facendo, vincere è solo una scusa,… e dopo, quando sei stanco, ti riposi finché ne hai voglia e nessuno si permetta di giudicarti pelandrone, perché non ci sono cartellini da timbrare.
nuccia
bravi, che facile fare l’artista ma qui la gente normale deve ringraziare se un lavoro ce l’ha. Non è che adesso uno che si suda il suo stipendio deve sentirsi pure un po’ pttna?
Marco
Grazie, Nuccia, e scusa se il nostro sembra un approccio snobista, ma guarda che così i posti di lavoro si creano. Forse non tanti, ma se ne creano.
Con l’approccio “imprenditoriale” di ieri, guarda che crisi; a puttana mi pare che ci vada proprio l’occupazione…
Con tutta questa precarietà e instabilità, una delle cose che si volatilizzano prima è proprio la dignità del lavoratore sul posto di lavoro.
sara
anche io sono per entusiasmo e passione. peccato che in questo momento mi sia ritrovata in una squadra in cui invece che passare il pallone a me alcuni miei compagni preferiscono piuttosto passarlo agli avversari.
la squadra è fondamentale per me per aver voglia di andare a lavorare.
ora la squadra non ce la ho e il lunedì preferirei ricevere un calcio in uno stinco piuttosto che andare a lavoare.
peccato.
ivano
Non c’è il rischio di fare ancora il mito del lavoro come riscatto? L’uomo che si realizza nel lavoro eccetera? Se posso essere franco, io mi realizzo nell’ozio…
Marco
L’ozio non è il contrario del lavoro motivato, ne è il complemento.
Vittorio
qual è si scrive senza apostrofo…
😉
Marco
hemmm… apostrofo? quale apostrofo? 😉
xavier
ho letto poco fa una citazione di Voltaire che c’azzecca bene. Diceva che il lavoro ci libera da 3 grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno.
Auguri di felicità a tutti.
Xavier
Marco
eh, no, se mi toglie il vizio, non vale!
Marcolino
Sono uno progettista-ragazzo che sta per finire la carriera universitaria da studente. L’ultimo esame proprio domani, e solo nell’ultimo esame ho potuto incontrare le profetiche considerazioni di Mc Luhan e le speranze acustiche di Schafer. Sono un po’ in imbarazzo per averle sempre ignorate prima di ora, ma mi scopro pieno di speranza perchè le condivido, ed essendo all’inizio di un progetto di vita posso ripromettermi di continuare sulla loro scia e progettare avendo come “modulo di base” la persona umana.
E poi, oggi, incontro per caso il suo blog, e scopro le sue lezioni.
“La domanda sorge spontanea”, veloce, tagliente ma piena di speranze: cerchi collaboratori?
Marco
Balena per l’esame.
All’altra domanda, ci pensiamo dopo l’esame. Ovviamente ho diverse offerte, comunque scrivimi in privato a marco@geronimi.it