Marco Geronimi Stoll

pubblicitario disertore

Casi

Lettera aperta agli stakeholder di La220

12 dic 2008

Cari amici, collaboratori, inserzionisti, creativi, tecnici, giornalisti e persone in qualsiasi modo coinvolti nei movimenti per l’energia pulita e condivisa. Fate conto che io vi scriva uno per uno agli indirizzi personali, ma preferisco pubblicare questa unica lettera qui sul mio sito perchè ora è il momento della comunicazione univoca, trasparente e non reticente.

Vi scrivo per tre motivi: tentare di aggiornarvi, raccontare alcune prospettive a cui io e altri “ex 220” stiamo lavorando e, soprattutto, ringraziarvi.

Come ormai sapete tutti, La220 è stata fusa con la romana Green Network. La fusione avviene formalmente il 1 dicembre, ma è dai primi di ottobre che, di fatto, la politica comunicativa ed organizzativa è stata drasticamente avocata agli uffici romani della nuova proprietà. Da quel momento vedo bloccata la stipula di ogni contratto nuovo (nonostante i molti clienti in lista d’attesa) ed interrotta ogni attività comunicativa.
Personalmente dal 2005 fino alle prime settimane di ottobre ho generato il marchio e il nome di La220 e ne ho gestito la comunicazione pubblicitaria su carta e radio e (in parte) su web attraverso una società appositamente creata tra me e Giuseppe Zanardelli (La Cifra srl).
Da metà ottobre La Cifra è in liquidazione. Personalmente, io rientro sul mercato come agenzia individuale e questo mio sito, dimenticato dal 2005, sta per riprendere vita. Torno a fare la pubblicità etica per le aziende della decrescita; ma non solo quello, come dirò fra poco.
Attualmente non ho più né titolo né voglia di parlare in veste di Delegato alla Comunicazione di La 220 s.p.a. (se non per le piccole tecnicalità dei lavori in esaurimento) anche se formalmente nessuno mi ha ancora sollevato dall’incarico; daltronde in tale veste non avrei un gran che da dire perchè da ottobre non ricevo né istruzioni né indicazioni.

Credo che nonostante la pesantezza del lutto che io e i miei collaboratori ci portiamo addosso, dobbiamo fare lo sforzo di reagire rapidamente proprio perchè La 220 è stata una storia molto bella e ricca di sperimentazione, specialmente in campo socio-comunicativo e per le innovazioni tecnologiche. Nonostante la frustrazione cocente di questa interruzione devo ricordare che La 220 è stato un vivaio di intelligenze unico in un paese come questa Italia dove il management di solito preferisce dedicarsi agli intrallazzi e alle speculazioni finanziarie. Molte intelligenze e molta creatività sono state spese, molta fatica, e anche molti soldi che ancora non avevano dato il loro ritorno commerciale. Molte idee sono state generate, delle quali solo alcune sono state già realizzate. Questa esperienza è un capitale morale, sociale ed anche economico e non deve essere lasciata agonizzare; l’affiatamento di molte persone che ci hanno lavorato e che hanno fatto squadra non dev’essere sparpagliato nei diversi rivoli dei singoli che cercano una nuova occupazione, magari all’estero.
Per questo noi che ci abbiamo lavorato stiamo dandoci subito da fare, per creare una start-up che vada in questa direzione. Non è facile, in questi tempi, ma abbiamo parecchie buone frecce al nostro arco.

Io sono quello che ci ha messo la faccia, personalmente. I primi che ringrazio sono i molti amici delle diverse aziende ed associazioni che avrebbero motivo per arrabbiarsi con me per la frustrazione dei progetti abortiti; penso ai Gas, a Legambiente, agli Amici di Beppe Grillo, alle grosse catene dei negozi del biologico, ai vari movimenti contro le centrali a carbone e gli inceneritori, a Paea, a La Ricarica, a decine di realtà locali, a diverse testate giornalistiche e radiofoniche, a scuole di teatro, gruppi musicali, festival locali, gruppi di ciclisti, maratoneti e scalatori… Penso anche a quel quasi migliaio di “negozi” che, in cambio di un profitto ridicolo, erano pronti a vendere la nostra energia, cioè circoli Arci, Botteghe Eque e Solidali, agriturismi, negozi bio… Che forza, che avremmo avuto!
Tutte queste persone mi hanno creduto e ci hanno scommesso il loro tempo e la loro credibilità sociale; ora potrebbero leggittimamente riempire la cornetta del mio telefono di improperi dolorosi, ai quali non avrei risposte; invece mi esprimono incoraggiamento e solidarietà; è più che ringraziamento, è gratitudine molto densa che mi fa tornare amore per il mondo; nei momenti di bilancio esistenziale questa è, per dirla con Bateson “una differenza che genera differenza”.

Tutti noi insieme abbiamo creduto all’idea di poter portare un cambiamento nel mondo energetico anche attraverso il brokeraggio, perseguendo una scommessa che accumunava gente diversa per idee, status, competenze ed età. Una sfida non facile perchè si scontrava con inerzie ed abitudini di vario genere, direi più antropologiche che commerciali.

Qualcuno l’aveva previsto, che l’avventura della 220 sarebbe finita così, diceva che ogni business energetico per sua natura deve essere fatalmente parassitario, speculativo e adeguarsi ai cartelli, o morire. Li ringrazio per essersi tenuto il “telavevodetto” nelle labbra senza proferirlo; tuttavia io sono cocciuto, anche se i fatti sembrano dare loro ragione, io non rinuncerò a cercare delle strade alternative alle grande aziende energetiche in un momento in cui carbone e nucleare vengono presi sul serio da pletore di masochisti. Però sulla tenuta della filiera di La 220 nel tempo, devo dire “ok, lo ammetto: ho perso la scommessa”.
Non mi piace neanche un po’ l’idea eroica e romantica della sfida impari a cui il Buono si immola, e se perde è un martire delle Forze del Male; non mi piace per il banale motivo che a fare il martire ci si fa parecchio male, ma anche perchè il dolore è pessimo consigliere. Però non mi piace neanche il contrario di quest’idea, cioè di non tentare nemmeno a sfidare lo status quo, considerare come fatale e granitico questo mercato.che invece è intrinsecamente fragile, che è miope e autoreferenziale, che si sta facendo male da solo anche senza il nostro aiuto.

C’è ancora molto da fare. Insieme, spero.

Ciao a tutti,

Marco

47 Comments

  1. Andrea G.

    Ero felice .. stavo per diventare cliente di un’Azienda che mi sembrava realmente differente .. che squartava la coltre fumosa dell’energia ricavata da fonti fossili e dall’incenerimento di rifiuti.
    Temevo che il “sistema” avrebbe potuto riprendere il sopravvento e fare fuori questa realtà … troppo bella ed intelligente per essere vera in questo fottuto paese.

    Spero che ritroverete forze e spirito per riprovarci.
    In bocca al lupo!

  2. Marco

    Grazie,
    appena questo blog è cominciato (in sordina e col vestito provvisorio), ecco già qualcuno che risponde. Questa mia lettera era sul sito da un mese, ma il blog per rispondere pubblicamente è attivo da adesso. Molte decine di persone mi hanno scritto sulla mia mail personale; quasi tutti amichevolmente, alcuni con legittima severità; ero tentato di copincollarle tutte qui dentro, ma avrei tradito la riservatezza di tutti e strumentalizzato il nome di qualcuno.
    Meglio trovare lo spirito di rinascita. Lo stiamo ritrovando: anche se probabilmente al momento La220 è un lutto più rimosso che elaborato, stiamo entrando in pista con diverse idee e in diverse forme; questo entusiasmo è prezioso, da tanti punti di vista, e lo dobbiamo anche a tutte quelle mail.
    Questo sito è la riscossa mia e di alcuni bravi e giovani collaboratori che partecipano a questa mia scommessa. Altri amici stanno cominciando con una nuova “azienda per la decrescita” che è il nostro primo cliente… ma di questo ne parleremo fra un po’.
    Grazie,
    Marco

  3. Fabio

    anche io ero felice di avere trovato una Ditta come la220, poi una volta firmato il contratto a giugno, sono stato “abbandonato” e tuttora non ho capito se sono passato con loro (o chi per loro) o sono rimasto con il vecchio fornitore.
    Sono spariti tutti, anche le bollette no arrivano da diversi mesi.
    Complimenti quindi per il Vs lavoro di comunicazione svolto negli anni addietro per la220, bellissimo anche il sito internet (chiuso anche lui) ma nell’ultimo anno potevate forse “sforzarVi” e “aiutare” questa Ditta morente per concludere comunicando meglio con i propri clienti (vecchi e nuovi).

  4. Marco

    Grazie dei complimenti, Fabio, ma siamo stati buggerati anche tutti noi…; Comunque noi siamo sforzati eccome: la 220 non era affatto morente, c’era la fila di clienti desiderosi di passare a noi. Così siamo ancora lì a chiederci chi l’ha uccisa e perchè. Io qualche idea ce l’ho, ma se la dico mi denunciano. Voi fate pure le vostre ipotesi.
    Marco

  5. alida

    che tristezza…anche ad ottobre siamo passati con entusiasmo a la 220 ed ora? Scusa marco, ma a chi posso rivolgermi per sapere a che punto siamo? mai ricevuta una bolletta, mai una comunicazione nè da la 220, nè da greennetwork…Comunque marco, grazie per il tuo coraggio, sei l’unico ad avere rotto il silenzio….

  6. Marco

    Rispondo ad Alida e ai molti che me lo chiedono sull’indirizzo personale: domande e info sulla nuova gestione di la220: semplicemente non lo so. Tra parentesi non lo so neanche come cliente…
    Sul loro sito http://www.greennetwork.it c’è un numero verde ( 800-584-585)e uno normale ( 06.85.35.99.87) e questo lo può vedere chiunque.
    Questo mio sito serve a far si che i contenuti ecologici e il modo di lavorare che era di La220 possa rivivere con altre aziende, alcune tra le tante aziende della decrescita che ci sono in Italia.
    Marco

  7. sara

    ciao,
    io avevo aderito alla fiorespina. ma sai per caso ora dei miei dati personali cosa ne sarà?
    e poi cos’è successo, come mai il progetto è fallito?
    non ho seguito sui giornali e ora sulla rete non trovo nulla di interessante a parte questo tuo sito.
    peccato, ero molto contenta di immettere energia pulita nel sistema.
    grazie

  8. Ezio

    Beh, ho molto rispetto della tua voglia di non piangere sugli errori e di guardare avanti, ma non si può nemmeno chiudere così una faccenda che ci ha coinvolto nel profondo, e che sopratutto ha fatto spendere la faccia a quei tanti di noi che si son resi garanti della bontà dell’operazione. E non riesco a capire perchè non approfondisci con il tuo, credo ancora attuale, partner Zanardelli, visto che dalle visure camerali è chiaro che la Green Network, quell’oscuro mostro che ha ingoiato la fatina 220, è di proprietà dello Zanardelli stesso. Io non so se questa, chiamiamola, leggerezza è propria dei comunicatori in generale, che troppo presi dallo spantegare all’esterno non sanno più guardarsi dentro, ma tu devi fare uno sforzo per darci delle risposte serie da girare a quei tanti che ci hanno creduto e che ci chiedono conto, e ai quali non si può rispondere semplicemente che non si sa più niente.

  9. Marco

    Grazie della franchezza.
    Prima rispondo alle due affermazioni su cui non hai ragione, le più facili a cui rispondere
    – Non sono più socio di Zanardelli da ottobre.
    – Aspetto anch’io le visure nuove, per verificare se son vere le informazioni che ho io, cioè che Zanardelli non ha più la maggioranza di green network, cioè che gli hanno sfilato anche quella.

    Lo ridico più chiaramente: TI GIURO che se dico che certe cose non riesco a saperle, è vero che non le so; sono l’ultimo a cui conviene lasciarle conoscere.
    Certo, ho la mente piena di congetture e sospetti. Ma non ho niente da denunciare, solo illazioni: se le dico non solo mi busco qualche denuncia e passo per paranoico, ma non sono sicuro neanche di dire la verità.

    L’analisi deve essere piuttosto politica e descritta da qualcuno che è fuori dal labirinto: dato un negozio che ha la fila di clienti e che può andare molto bene, se qualcuno lo compra e lo chiude, ci sono buone probabilità che sia il titolare del supermarket accanto, e che non lo faccia sapere ed agisca con dei prestanome.

    Passiamo alla seconda parte della risposta, l’affermazione su cui metti il dito nella piaga, che noi comunicatori siamo troppo presi a spantegare all’esterno per guardarci dentro… Parlando per me (degli altri taccio) vorrei poter dire che ti sbagli, ma in gran parte cogli nel segno. Se nasce questo sito è proprio per questo. Ma non ti rispondo adesso.
    Se permetti, questo aspetto della responsabilità del comunicatore è un tema enorme, carsico, bellissimo e terribile. Merita un articolo apposta. Dammi qualche giorno, promesso.
    Marco

  10. Ezio

    Scusa, avevo capito che il capitale per la tua nuova impresa lo forniva ancora Zanardelli; se non è così me ne rallegro.
    Si, forse davvero l’analisi deve essere fatta da qualcuno fuori dal labirinto, perchè quello che è successo ha davvero dell’incredibile; apprendo ora, leggendo l’ultimo numero di Altreconomia, che la pratica di fusione tra Green Network e La 220 era stata istituita fin dal 23 giugno 2008, cinque giorni prima dell’accordo con il mondo dei GAS, e allora Zanardelli era il padrone di tutte e due le baracche.

  11. Marco

    L’ultimo Altreconomia non l’ho ancora ricevuto e so adesso di quell’articolo. Aggiorno la risposta domani quando l’avrò letto; non sarebbe la prima volta che ne sanno più di chi sta all’interno di un’azienda.
    L’accordo coi GAS è di maggio, anche se la firma formale poi ha tardato parecchio,lo dico anche se questo non vuol significare niente, perchè un accordo vale per un periodo successivo. In ufficio hanno parlato ai dipendenti di un progetto di fusione con Green in luglio, ma lo avevano presentato solo come una semplice razionalizzazione burocratica (di cui c’era effettivamente molto bisogno) che nulla avrebbe modificato sugli aspetti ecologico, etico e comunicativo. Ci avevamo creduto. Secondo me il problema c’è ma non è su questo aspetto; ma ha senso che risponda dopo aver l’etto l’articolo.

  12. sara

    scusate se ho esordito con una domanda personale, sicuramente non era la sede adatta e mi sta anche bene di non aver avuto una risposta.
    ora quello che sarei curiosa di sapere tramite quale mezzo di informazione avrei dovuto apprendere della fusione, di questo signor Zanardelli?

    io ho saputo de la 220.it dalla radio, poi ho trovato il sito internet, ho aderito all’offerta fiorespina. poi silenzio. cerco il sito, vengo reindirizzata, non mi ritrovo nel nuovo sito.

    Digito su Google: “cosa è successo alla 220.it”
    L’unica risposta è che finisco su questo blog del responsabile della comunicazione.
    Mi fa sorridere perché anche io mi occupo di comunicazione per un cantiere navale.

    chi è che ha chiuso la 220.it?

    chi è questo signore cattivo che si chiama Zanardelli?

    grazie

  13. filippo

    Sono fortemente dispiaciuto perchè un progetto così importante non sia andato a buon fine; mi sento inoltre abbandonato da un’azienda con cui avevo firmato un contratto, che non più tardi di due mesi fa attraverso il suo sito rassicurava chi come me aveva ricevuto una lettera dell’enel in cui si parlava di inadempienze da parte di la220, dicendo che erano problemi che si stavano risolvendo e poi più nulla; il sito non esiste più, si viene reindirizzati sul sito di green network che non è aggiornato e nessuno che mi informa che fine farà il contratto stipulato.

  14. Marco

    Scusa Sara se non ti ho risposto.
    In generale non vorrei che tutti quelli che hanno delle rogne coi nuovi padroni della 220 si aspettino delle risposte qui, anche se è l’unico canale che trovano aperto. Io non me ne occupo da ottobre e non c’entro più nulla.
    – Quello che è successo a La220 è nell’articolo;
    – Per la privacy sono costretti a rispettare le regole di legge, e credo che adesso che i giornali cominciano a parlarne, saranno supercontrollati.
    – Sulla comunicazione da parte dei nuovi padroni del marchio La220, non ho nulla da dire, anche perché evidentemente non esiste.
    Marco

  15. Marco

    Ho letto l’articolo su Altraeconomia di gennaio 2008 su La220, a proposito del quale ho ricevuto alcune mail (tra parentesi: adesso che c’è questo blog, se mi scrivete sulla mail personale diventa una discussione privata poco interessante…).
    Temi: l’assassinio di La220, il tradimento di Zanardelli, il ruolo del pubblicitario nell’ingannare il popolo.
    A tutti quelli che (ancora) reclamano un mio giudizio su Zanardelli: ritengo che la mia biografia sentimentale di persona tradita da un amico sia poco interessante per gli altri e poco professionale in questa sede. Per me è anche dolorosa da esibire ed oltretutto narrativamente è una storia banale. Riflettiamo su quello che è successo ma per favore non facciamone del gossip. E’ dal Rinascimento che i rapporti tra principe e artista sono di vincolo arbitrario ed estemporaneo, di sudditanza mascherata da distratto mecenatismo, di colpi di genio barattati per conquistarsi l’ora d’aria, sarebbe piuttosto l’ora di uscire da questa trappola.
    La mia presa di distanza dal personaggio non va considerata come mia patente di credibilità, lo dico anche agli amici dei GAS, da sola sarebbe banale; chi vuole verificare la mia correttezza si prenda per favore la briga di leggere i miei testi ed entrare nella logica dell’etica di come lavoro. Sarò forse presuntuoso, ma son convinto che ne valga la pena.
    In Italia ci rempiamo la bocca di due retoriche: il capro espiatorio (qualcuno che ha colpa) e il deus ex machina (qualcuno che salva). Verso Zanardelli ho un elenco lungo così di frustrazioni disillusioni e contenziosi, ma per memoria della 220 e amore di quello che avrebbe potuto essere, non mi soddisfa considerare lui il parafulmine colpevole di tutto: secondo me è stato fatto fuori perchè la 220 disturbava le omertà ed i monopoli. Ciò a prescindere dalle sue lacune in capacità gestionale o in trasparenza, su cui sono il primo dei criticoni.
    E qui vorrei staccarmi da La220 e portare il discorso sull’etica del comunicatore, in generale. E’ chiaro che il pubblicitario può diventare vittima della sua stessa trappola, il suo mestiere è creare un mito, idealizzare. Come può non amare il mito che lui stesso ha creato?

    Per questo sono un pessimo pubblicitario, se ho scelto di lavorare come vedete in questo sito, è perchè non ho alcuna intenzione di passare la vita a convincere la gente a comprare merda mitizzata, anche se conosco diverse tecniche per farlo efficacemente. Per questo ho scelto di fare pubblicità solo a chi se lo merita, solo a chi migliora il mondo invece che peggiorarlo. Solo a chi non mi farà pagare lo scotto della vergogna, della delusione, della disillusione. Solo a clienti di cui possa essere orgoglioso. La 220 poteva, doveva essere uno di questi: il più importante, il migliore, anzi, per tre anni è stato praticamente l’unico.
    La nobiltà e l’etica di questo approccio non è sempre un attributo automatico come sembrerebbe, implica dei risvolti di arbitrarietà, la possibilità di sbagliarsi, l’imperfezione dei criteri. Decidere che il tale cliente è buono e il talaltro è cattivo, è un discrimine soggettivo e mi espone a pregiudizi o simulazioni.
    Poi la bontà è sempre relativa, un produttore di cibo tipico può non essere bio, quello bio può non essere sindacalmente corretto, quello sindacalmente corretto può essere distratto sulla provenienza delle materie prime, o evadere il fisco, o avere un’impronta ecologica terribile… Quindi se posso mi attengo all’autodichiarazione del cliente, alle certificazioni dove possibile, e soprattutto ad un concetto dinamico, cioè: è buono colui che va a migliorare la situazione da cui parte.
    A sua volta questo concetto dinamico mi espone ad un rischio che non voglio correre, cioè quello di fare il vestito pulito a chi gioca sporco: tutte le multinazionali più inquinanti, spregiudicate e scorrette hanno la loro oasi educata ecologica e perfettina da vendere sul mercato dei buoni sentimenti, e la cosa non mi interessa, anche se così mi precludo i clienti più danarosi e spendaccioni.
    No, la Verità è nuda, nessuno si può vestire da verità, perfino la Verità, se la vesti da verità, diventa falsa.

    Io pretendo da me stesso e dagli altri due livelli di responsabilità: la correttezza di quello che fai e una buona garanzia che lo fai per una organizzazione sincera.
    Insomma la correttezza su chi hai davanti e su chi hai dietro le spalle. Chiamate il davanti : pubblico, mercato, società, chiamate il dietro azienda, organizzazione, associazione, backoffice…
    Io divento così il tramite tra i due. La sfida è essere corretti in questo passaggio, leali. Lo so che non basta, ma è il passaggio più difficile e più rischioso.

    – Sulla comunicazione da parte dei nuovi padroni del marchio La220, non ho nulla da dire, anche perché evidentemente non esiste.
    Marco

  16. filippo

    Sinceri complimenti per la sua onestà, peccato per la bellissima occasione persa.

  17. Dino

    Scusate… io volevo aderire all’offerta della 220 spa, ma come tutti sapete ho trovato la sorpresa… forse la mia è una domanda stupida, ma se la 220 è già stata fatta una volta, ed è morta a causa dell’omertà e dei monopoli (probabilmente dava fastidio a qualcuno, quindi lavorava “troppo bene”), non si può rimetterla in piedi? magari con il contributo dei vecchi clienti… possibile che non ci sia nessuno dei vecchi dirigenti che credevano in quello che facevano? o la 220 andava avanti solo grazie al Sig. Zanardelli?
    Scusate e grazie

  18. Ezio

    Giuro che poi non intervengo più.
    Se Zanardelli fosse stato solo la 220, potrei credere, vorrei credere, sinceramente mi piacerebbe credere, che è stato fatto fuori perchè “disturbava le omertà e i monopoli”. Purtroppo ora sappiamo che Zanardelli era (è)green network, modula, centomila candele, TGE, ecc. ecc. Era la stessa persona che, intanto che vendeva corrente ai tondinari e alle acciaierie del bresciano, rispondeva al mondo GAS (che gli chiedeva conto della sua correttezza) che lui non solo non vendeva corrente ai fabbricanti di armi, ma non vendeva corrente nemmeno all’indotto. E se devo dirla tutta, questa balla secondo me non l’ha inventata lui, ma gli è stata suggerita dal suo comunicatore. E’ questo che ora mi brucia,l’aver capito che tutti quei dubbi che ci erano venuti e sui quali tanti ci avevano invitato a riflettere, si sono rivelati fondati; mi brucia dover dare ancora una volta ragione a quelli che dicono che a pensar male si fa peccato ma si indovina; mi brucia dover dar ragione a quelli che dicono che nel mondo dell’energia “il più pulito ha la rogna”.
    Questa è una sconfitta che va al di la della 220, va al di la di un errore di percorso, è una sconfitta che da ragione ancora una volta agli scettici e ai pessimisti, e lascia quelli che come noi volevano a tutti i costi vedere in positivo, in sporche e miserande braghe di tela.
    Ezio.

  19. Marco

    Ezio, continua pure a intervenire, ma questa non va proprio bene: hai appena scritto “non solo non vendeva corrente ai fabbricanti di armi, ma non vendeva corrente nemmeno all’indotto. E se devo dirla tutta, questa balla secondo me non l’ha inventata lui, ma gli è stata suggerita dal suo comunicatore.” Se spari cose così, scusa, ma le devi spiegare; la stessa correttezza che pretendi dagli altri, la devi pretendere anche da te stesso.
    Chiedimi scusa, e subito.
    Marco

  20. meri

    in un blog di comunicatori non riuscite a comunicare?

  21. Ezio

    Purtroppo è andato in tilt il mio computer qualche tempo fa e ho perso traccia, ma quando stava maturando l’avvicinamento dei GAS a la220, successe una cosa che andò più o meno così (e corregimi se ricordo male): qualcuno mandò una email in rete chiedendo conto del comportamento de la220 verso le banche armate e i fabbricanti di armi in generale; tu girasti la lettera a Zanardelli, che a breve rispose, sostenendo che teneva i rapporti con uno svariato numero di banche come normale, che non avrebbe avuto difficoltà a incanale i conti presso una sola banca di fiducia dei clienti, che non vendeva corrente alle fabbriche di armi ma non solo, verificava le richieste che gli arrivavano in modo da essere certo di non vendere corrente nemmeno alle fabbriche dell’indotto.
    Già allora, con un po’ di malizia, avremmo potuto capire che una cosa cosi non poteva succedere a Brescia, ma ci siamo fidati, anzi ce ne siamo serviti per dimostrare in giro la bontà del personaggio. Oggi sappiamo che la220 era del gruppo TGE, che del gruppo TGE faceva (fa parte) Modula, “sempre vendita di elettricità ma ai grandi clienti: tra questi la Thissen e le acciaierie Riva” (altreconomia).
    Concordi sul fatto che ci avete cacciato una grande balla fin dall’inizio? Concordi che è stata confezionata bene, anche con un linguaggio di uno addentro al mondo solidale?
    Se concordi su ciò, e se mi dici che è stata tutta farina del sacco Zanardelli, ti crederò e fin da ora ti chiedo grandemente scusa.

  22. Marco

    comunicatori? Ezio dice che z. vendeva all’industria bellica! e che io gli facevo da spalla apposta per imbrogliare i GAS! Che trappolina mi sta facendo, per costringermi a difendere il “Povero Zanardelli”. Ma l’avete visto il Corriere di Oggi? quello è il problema vero. Mezza pagina di articolo scritto per metà con le mie parole prese dal Decalogo di TGE, per glorificare la fusione; becco e bastonato. E’ questa la questione della responsabilità del comunicatore che voglio porre.

  23. Marco

    Ah, eccoti, Ezio. Meno male, non ho voglia di litigare, e specialmente con voi. Però le cose vanno dette. MI RENDO CONTO PERFETTAMENTE delle difficolta’ in cui siamo tutti finiti, ma non è stata una grande balla.
    1 Cosa c’entra incanalare i conti dei clienti GAS col discorso generale delle banche? E cosa c’entra questo con l’accusa di vendere energia all’industria bellica? GZ ha detto fin dall’inizio che avrebbe lavorato con tutte le banche, armate incluse, e non poteva fare diversamente.
    2. Cosa intendi per indotto dell’industria bellica? se è “indotto” anche lo spazzaneve per la Valtrompia, sarà difficile fare dei discrimini. Dammi retta, questa storia ha già abbastanza casini veri per non inventarne di farlocchi;
    3. chiedi a chiunque a Brescia sulla mia militanza antimilitarista, il logo del brescia social forum l’ho fatto io e per contestare EXA sono sempre stato attivo (è pazzesco che debba dare le credenziali…)

    4. Detto questo, LA 220 NON ERA ZANARDELLI, ERAVAMO NOI CHE LA FACEVAMO. E’ stata una scommessa esistenziale, ci lavoravamo 10 ore al giorno, ci credevamo al 100% e non per guadagnare soldi, ma perchè ci credevamo. Abortito l’entusiasmo, naturalmente, ci chiediamo se ne valeva la pena, ma come puoi pensare che fosse una balla confezionata in malafede? Il lutto è proprio qui, e fa male;
    5. Che Zanardelli facesse anche altri affari fuori da La220 con l’energia convenzionale lo aveva detto. Non solo, ma era stato anche oggetto di vanto il processo di risparmio energetico nelle maggiori acciaierie italiane; questo lo riferivo anche io ed era vero e documentato.

    Per favore, il vero problema è sapere cosa è successo. L’articolone di oggi sul Corriere dice cose ancora DIVERSE da quelle che sappiamo, anche se non so quanto il giornalista sia informato (sembra un copincolla del vecchio sito di TGE, vecchio di tre anni). Io ho bisogno di capire questo. La frustrazione è che l’articolo usa parole “del mio sacco” e le mette in bocca a Zanardelli per glorificare che La220 è stata fusa e che ha smesso di fare tutto quello che faceva.

    Capisci che il tema della responsabilità del comunicatore è il cuore della questione?

    Ciao. Pace.

  24. Ezio

    Si, mi hai convinto: il tema della responsabilità del comunicatore è il cuore della questione.
    Ciao e buone cose!

  25. Claudio

    ciao Marco

    avevo seguito la storia de La220 per tanto tempo e da luglio la vostra “energia” alimentava i miei consumi casalinghi.
    Ti avevo anche cercato, se ricordi, per inserire le pubblicità de La220 su un giornale siciliano, ma poi mi sa che non se ne fece nulla, quel progetto naufragò per mancanza di sostegno e tanta indifferenza.
    Mi sento deluso, il progetto era incredibile e penso che in molti si fossero af-fidati, nella speranza di far crescere qualcosa di buono e sostenibile.
    Come tu dici, probabilmente nulla è perso, nel senso che chi ci ha messo cuore e partecipazione, in futuro forse potrà tornare a stare dentro progetti simili, ovviamente dopo aver assorbito il colpo, che penso per te sia stato davvero duro.
    Tienici al corrente di ciò che fai, attraverso queste pagine.
    E’ motivante e personalmente infonde in me entusiasmo vedere che esiste una attenzione continua e crescente per i temi di sostenibilità e invito alla decrescita consapevole.

    a presto
    Claudio

  26. Marco

    Quello siciliano sarebbe stato un bell’esempio: nel progetto la 220 doveva comprare le quarte di copertina sulle testate antimafiose e metterle a disposizione delle imprese antimafiose, e con questo creare un argomento per far parlare la stampa nazionale; E’ che prima delle elezioni vi hanno fatto morire tutti…

  27. Claudio

    è vero, è stato un momento frustrante…
    qualcosa si sta cercando di rifondare, magari unendo gli sforzi delle tante testate di informazione indipendente esistenti in sicilia…
    qualora potesse essere di interesse, per eventuali attività che svolgerai in futuro, ti metterò al corrente di ciò che nascerà

    ciao
    Claudio

  28. Marco

    Il bello della metafora dell’albero è questo: se uccidi un uomo, è definitivo.
    Spesso se tagli un albero le radici ricacciano e sono più forti di prima. Succede con gli alberi più giovani, con gli arbusti più selvatici, nei terreni più difficili.
    Il bello è che non funziona con le piante di serra drogate dai concimi chimici e viziate dal calduccio artificiale: penso alle agenzie fighette e al green washing delle multinazionali. Io sono per un’idea vegetale di progettazione comunicativa.

  29. Massimo

    Solo per completezza d’informazione (comunicazione) nel documento pdf presente alla pagina:
    http://www.agcm.it/agcm_ita/BOLL/BOLLETT.NSF/0/4ed5ed03dd1cc01dc125752700486bd5?OpenDocument
    trovate i dettagli ufficiali dell’operazione GreenNetwork-LA200.
    Come utente di LA220, deluso e tradito, non ho ancora deciso cosa fare: quando ce ne saranno seguirò con fiducia i vostri suggerimenti.
    Grazie,
    Massimo

  30. Claudio

    io sinceramente sono molto tentato di sottoscrivere un contratto con un altro fornitore, a prescindere da tutto.
    perchè dovrei continuare a stare con la220, che adesso è stata completamente acquisita da green network?
    la220 mi piaceva anche per il suo modo di essere pioniere di un modo diverso di fare business, legato ad una riflessione sull’intendere i consumi necessari, ma non da accrescere sempre e comunque…
    adesso la filosofia di base non c’è più e quindi…

    ci rifletterò sopra, magari semplicemente vedendo cosa c’è sul mercato che possa in qualche modo essere il meno peggio

    Claudio

  31. Marco

    Francamente il meno peggio, per l’elettricità, è un bel set fotovoltaico sul tetto.

    Però vorrei richiamare tutti gli amici a parlare del tema: responsabilità della pubblicità, comunicazione, possibilità di comunicare delle aziende etiche, rischio di bluffare delle aziende non etiche…

    Chi vuole parlare del caso 220 come paradigma, è benvenuto, ma è diverso parlare sul che farsene del contratto con la220, su quale altro fornitore scegliere, su cosa faranno i GAS, eccetera…

    Oltretutto il mio avvocato mi dice di stare attento, che non devo suggerire sul blog dei concorrenti se no passo dalla parte del torto. Beh, tanto l’unico concorrente che vedo in giro è il sole.
    Comunque, per i gasisti, in parallelo c’è una discussione specifica anche su gas@liste.retelilliput.org

  32. Ezio

    Nel documento pdf segnalato da Massimo (grazie)si legge che Green Network, che ha assorbito Modula e La 220, rimane di proprietà, al 50%, del sig. Zanardelli.

  33. Marco

    No, non abbiamo notizie nuove, il pdf di Massimo è del 13 novembre; non guardare la data del bollettino ma quella della delibera.

  34. Ezio

    C9737 – GREEN NETWORK/MODULA-LA 220
    Provvedimento n. 19148
    L’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO
    NELLA SUA ADUNANZA del 13 novembre 2008;
    I. LE PARTI
    Green Network S.p.A. (di seguito, Green Network) è una società attiva nella vendita di energia
    elettrica e gas. Il capitale sociale di Green Network è detenuto per una quota pari al 50% da TGE
    S.p.A. e per una quota pari al 50% da SC Holding S.r.l.
    II. DESCRIZIONE DELL’OPERAZIONE
    L’operazione in esame consiste nella fusione per incorporazione delle società Modula e La 220
    nella società Green Network. L’operazione non comporta alcuna modifica proprietaria del capitale
    azionario di Green Network.

    Quanto sopra è un copia incolla del provvedimento, che è del 13 novembre 2008, che dice che Green Network incorpora Modula e la220 e che non c’è alcuna modifica proprietaria del capitale azionario di G.N., che quindi rimane al 50% di proprietà di TGE, che è di Z.; di conseguenza mi sembra giusto dire che metà G.N. è di Z.e questo mi sembra il definitivo stato dell’arte.
    Almeno questo è quello che capisco io.

  35. Marco

    Non capisco, cosa vuoi dimostrare? Che Zanardelli non è una vittima ma un carnefice? ho già ripetuto che una cosa non esclude l’altra; nello specifico se i romani si son presi la maggioranza dopo l’OK dell’autority per la concorrenza non è peggio? Mah… va a finire che la primadonna di cui si parla è sempre lui!

  36. Ezio

    Marco, non voglio dimostrare niente, voglio capire se Z. è vittima o carnefice.
    Perchè se fosse carnefice mi metto la coscienza in pace e sto più attento la prossima volta, ma se davvero fosse vittima, noi abbiamo il dovere di non lasciarlo solo…se davvero l’hanno messo sotto, non hanno rovinato solo la220, hanno rovinato tutti gli ideali che si portava dietro. E noi, tutte quelle associazioni e quelle migliaia di persone che ci han creduto, ci ritiriamo in buon ordine e non diciamo più niente?…..ma se fosse vittima di un sistema marcio, non ci tocca moralmente di andare a fondo e di mettere in piedi un casino che non finisce più?….se fosse vittima, noi ci ritiriamo nel ns. privato e chissenefrega?? Io non ci sto, non mi rassegno, voglio capire!!! Purtroppo per te, il tuo blog è l’unico canale che è rimasto aperto per avere qualche chiarimento, e ho tentato di sfruttarlo fino in fondo (anche provocandoti di brutto e se ho esagerato ti chiedo ancora scusa) per vedere se si riesce a far saltar fuori qualcosa. Morta la’, si diceva a militare, finiamola li….quando mi ritornerà la voglia di parlare di comunicazione, magari mi farò vivo.
    Ciao.

  37. magius

    Come sembra emergere dalle parole di Marco Geronimi Stoll, la 220 era solo fuffa pubblicitaria. Fuffa creata dal pubblicitario stesso in buona fede e che si è poi rivolta contro il suo stesso ingenuo creatore. Io sono stato sul punto di aderire, ma – a causa della forma mentis da promotore finanziario che ho per lavoro – sono sempre rimasto sulla porta perche non mi fidavo di una azienda non interessata a diventare una vera public company aprendosi all’azionariato popolare piuttosto che alla semplice vendita di contratti. Ho visto, purtroppo, nel giusto. Forse Zanardelli vi ha truffato o forse è stato estromesso dalla sua stessa azienda da parte dei monopolisti. Ma il rischio era nella stessa forma societaria, cosa evidente per chi era un tantinello “sveglio” finanziariamente, per accorgersene. Ma ora la fregatura de La 220 avrà ripercussioni che vanno oltre il caso specifico, la gente che in buona fede ha investito in questo progetto difficilmente investirà in progetti simili, sebbene corretti da un punto di vista finanziario. Questo è il danno maggiore che avete fatto. E cosi esperienze serie come la WOW (http://www.wow.pe) che mirano ad una reale innovazione in campo energetico, finanziando l’eolico di alta quota, difficilmente potranno avere il sostegno popolare che meritano. E la responsabilità è tutta vostra, buona fede o meno.

  38. Marco

    Promotore finanziario?
    ops! Magius, grazie di scrivermi, e scusa se uso proprio te come esempio: credo che la tua categoria abbia gli stessi problemi dei “pubblicitari veri”, cioè di scollamento tra l’ etica personale e quella del lavoro, o sbaglio?

    Quanti italiani cambiano etica nel momento in cui timbrano il cartellino? Poi alle 19 lo ritimbrano, escono dall’ufficio e ricominciano a fare i moralisti contro gli altri…?

    Io penso che non dobbiamo starci. Che dobbiamo chiederci con che etica ci guadagniamo il pane
    Ripeto che LA220 ERAVAMO NOI, persone concrete che ci lavoravamo: cioè L’ESATTO CONTRARIO DELLA FUFFA PUBBLICITARIA. Gente in carne ed ossa che lavorava con grinta e entusiasmo, spesso NONOSTANTE l’inadeguatezza e le furbetterie del proprio management.

    Nello specifico del KITEGEN, l’avevo detto anche a Ippolito l’anno scorso al convegno di Energo Club, che c’è una lacuna di comunicazione; dai, comunicativamente non esistete; anche se il livello ingegneristico è diverso, comunicativamente siete simili a tante imprese italiane che fanno ottime cose ma lo comunicano in modo provinciale, dilettantistico, quindi sprecano quei pochi contatti col cliente e buttano via vari soldi in pubblicità sbagliata.
    E’un problema culturale, non economico; anzi, peggio: c’è un problema economico perché c’è una lacuna di cultura della comunicazione.
    E’ un discorso generale, ma anche una risposta specifica a te: se nessuno sa che esistete e cosa potreste fare, come potete dare alla 220 la colpa di un eventuale insuccesso? tu dici così come se fosse stata una delle varie telefonie farlocche, quando le fighette discinte e i comici televisivi spacciavano dei puri brand senza ciccia… no, scusa: è il contrario. Anzi la 220 ha CREATO la domanda e lo scandalo della sua estinzione sta sollecitando vari anticorpi:

    Tra parentesi, anche se il Kitegen è un’idea strepitosa, anche se sarà una delle più promettenti se vi decidete a raccontarlo, serve prima un investimento sociale( a very public company) su tecnologie già collaudate e che possono funzionare subito. Se vuoi licenziarti e farlo insieme a noi, cominciamo domani.

    Tra parentesi i gruppi di Civitavecchia, quelli contro la centrale a carbone (uno dei lavori della 220 rimasti interrotti, forse uno dei moventi dell’omicidio). Invece della centrale eolica con noi (che è rimasta solo in discorsi generici) proprio adesso stanno sviluppando rapidamente e concretamente sul solare a concentrazione a capitale diffuso, con tecnologia spagnola. Bellissimo. Io non centro niente, si arrangiano benissimo da soli. Cercate le iniziative dei NO COCKE

  39. Ezio

    A magius voglio precisare una cosa: l’accordo tra GAS e la220, non concluso per le note ragioni, prevedeva una prima fase d’acquisto e una seconda, ben più importante, di produzione e vendita di corrente, e la ragione sociale prevista era proprio quella della public company (tra l’altro, se vuoi ridi, la proposta è arrivata proprio da Z. Come vedi non occorre essere promotore finanziario per essere un tantinello “svegli”.

  40. Marco

    La prima versione di La220 ipotizzata tra me e Zanardelli era ECCP, energia condivisa cosa pubblica. Possiedo ancora il dominio web. L’idea era: un contatore, un’azione, un voto. Questo accadeva nel 2005. Avevo lasciato anche lo studio del nome e un primissimo schema di strategia a Beppe Grillo in occasione di Cambieresti a Mestre. Testimone Cirri di Caterpillar.
    Poi non se ne fece niente; Zanardelli mi disse “se no mi tagliano i freni della macchina”; non ho mai capito se scherzasse o no, successivamente ha negato. Quando ho raccontato questo episodio al direttore di Radio Popolare mi ha accusato di “Disinformacija” come se fosse una balla folkoristica… Chi lo sa, magari aveva ragione lui. O forse no.

  41. magius

    Promotore finanziario, si. Ho dimenticato di dire che lo sono stato e non lo sono più. Mi sono rifiutato all’epoca di vendere le Cirio ai miei clienti perche pensavo che di li a pochi mesi la societa sarebbe fallita. Agivo come dipendente per una banca, ho subito un trasferimento punitivo e sono stato retrocesso a cassiere. Ora a distanza di anni rischio di essere esternalizzato in una bad-company e con l’occasione della crisi, essere mandato in cassa integrazione. Quindi non sono esattamente il soggetto piu adatto per essere paragonato all’infame pubblicitario-tipo.

  42. annak

    Bravo Magius, peccato che persone come te non ce ne sono tante. Comunque quello che ha detto geronimi sul kite gen è vero, non se ne sa nulla.

  43. Marco

    Solidarietà, Magius; che banca è?
    Comunque c’è una legge contro il mobbing… che dicono i sindacati? hai scritto ai giornali? ce l’hai l’avvocato?

  44. magius

    E’ vero, non se ne sa nulla. Il Kitegen, anche a livello internazionale, è ritenuta una delle tecnologie rinnovabili piu promettenti. Rispetto all’eolico tradizionale ha l’enorme vantaggio che può espandersi in scala, per cui con una centrale a carosello di un chilometro di diametro si riesce a produrre l’energia di una media centrale nucleare…solo usando aquiloni in cielo!! c’è pure un progetto esecutivo per fare delle centrali eoliche di alta quote nelle no-fly zones del centro-italia. una di queste potrebbe essere il sito di malagrotta, la grande discarica di rifiuti di roma! dal letame nascono i fior, come diceva De Andrè..

  45. Claudio

    ciao

    bella la discussione…ma mi chiedo? da qui può rinascere altro, di più strutturato, di più “certo”, di più controllato da chi c’è dentro senza dover aver paura di chi sta fuori?

    chissà, intanto andiamo avanti.
    e poi non è vero che chi ha scelto la 220, adesso, viste come sono andate le cose, non andrà mai più in questa direzione.

    semplicemente, passerà il tempo e dopo la delusione si ricomincia.
    quelle persone che già lo hanno chiaro e le altre che lo stanno capendo, sentono dentro la spinta per un discorso diverso da quello che ci hanno imposto fino ad oggi, un bisogno che parte da una comunanza di valori che sembrava smarrita.

    ciao
    Claudio

  46. Pietro

    Claudio, guarda cosa fanno a Como!!! non lo so se è la soluzione definitiva a tutti i guai, ma certo è un bel passo avanti.
    *Le iscrizioni sono aperte fino al 31 gennaio 2008*

    L’associazione “L’isola che c’è” (www.lisolachece.org) in collaborazione con Certas (www.certas.it) e Elettrica Rogeno (www.elettricarogeno.it) propone di formare un *G*ruppo d’*A*cquisto *S*olidale *F*oto*V*oltaico (*GASFV*) con lo scopo di acquistare, in un’unica offerta, i materiali ed il servizio completo di installazione per un numero di impianti fotovoltaici pari ad una potenza totale minima di 50kWp. Gli impianti saranno di tipo “grid connected” cioè connessi alla rete elettrica e potranno usufruire dei contributi governativi del Conto Energia.

    La proposta si trova qui
    http://www.lisolachece.org/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=144

  47. Marco

    QUESTO THREAD VIENE CONCLUSO.
    I MOTIVI SONO NELL’ARTICOLO “LA220 STORY, THE END” PUBBLICATO IN QUESTO STESSO BLOG
    GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO PARTECIPATO.
    MARCO GERONIMI STOLL

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